Author: Cellini, Giuseppina
Year: 2007 XXXVI
Pages: 157
Title: Aspetti iconografici e ideologici di Tyche nel mondo ellenistico-romano
Content:

A cavallo tra il mondo ellenistico e quello romano, il contributo di Giuseppina Cellini, inviatoci da Ermanno Arslan, rotea invece intorno alla figura di Tyche, sia utilizzando l’ampia documentazione fornita dalle monete che le immagini sculturali di differente formato giunte sino a noi. In un’ampia ma dettagliatissima carrellata, l’autrice ricostruisce dapprima le varianti iconografiche di questa divinità, già conosciuta da Esiodo e Archiloco ma che ebbe grande fortuna soprattutto a partire dall’età ellenistica, quale garante del benessere generale, ma anche di quello di una comunità definita (la città e la famiglia) e infine del singolo individuo, in particolare il dinasta ellenistico e, in seguito, l’imperatore romano. I tipi principali, ben evidenziabili sulle monete delle zecche romane provinciali soprattutto nell’Oriente asiatico (tav. I), sono due: quello stante, con in mano cornucopia e timone, e quello su trono o comunque seduto, che trova il suo miglior riscontro nella famosa statua di Antiochia sull’Oronte (tav. II,10). Spesso, sul capo, c’è la corona murale turrita che, in convergenza con i dati epigrafici, permette un’interpretazione come Tyche poleos, la protettrice della città. Di grande interesse è la ricostruzione del mutare, nel corso dei secoli e a seconda delle regioni e culture, del significato sempre più politico di questa divinità, un mutare ricostruito soprattutto attraverso la documentazione monetale, epigrafica e letteraria. Se la lirica greca arcaica la associava ancora alla Moira, l’entità che segna il destino, già gli autori di V secolo ne sottolineano il carattere salvifico, garante della libertà di singole città. E sono i tragici greci a introdurre poi un motivo che avrà grande fortuna in seguito presso re ellenistici e imperatori romani, e cioè l’esistenza di una Tyche personale, legata a ciascun individuo sin dalla nascita, e sfociata nella Fortuna Caesaris del noto passo di Plutarco. A Roma (e come già nel mondo ellenistico), la divinità della fortuna accoppiata alla virtù diventa un topos nella storiografia greco-romana, atta a rendere l’Urbe e i suoi rappresentanti politici e militari l’unico punto saldo nel caos della storia.

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