Author: Von Mosch, Hans-Christoph
Year: 2005 XXXIV
Pages: 141
Title: Dirke, Thyiaden und der thebanische Dionysos. Zu den Dirkegruppen zwischen Rom und Kleinasien
Content:

Con Hans-Christoph von Mosch entriamo in un’avvincente riesame del grandioso gruppo scultoreo del supplizio di Dirce, recuperato nel 1545 nelle terme di Caracalla da Papa Paolo III Farnese, copia di un originale di Rodi dove era probabilmente esposto nel santuario di Dioniso. L’interpretazione e la datazione del gruppo è, per complessità e anche dopo il rapporto del 1991 sulle parti restaurate, un supplizio essa stessa. Ancora molto recentemente l’autorevole critica tedesca (Kunze, Andreae) ha attribuito l’opera alla scuola di Pergamo interpretandola come anatema politico del re attalida Eumene II che, col fratello Attalo, si sarebbe voluto presentare come vincitore dei Galati, rappresentati dalla straziata Dirce. Questa e simili interpretazioni ignorano però il fondo religioso e mitologico che sta alla base delle sculture e di cui si fa portavoce il von Mosch con un’analisi molto arguta che usa, tra l’altro, anche una categoria di oggetti finora trascurata dalla critica, e cioè le monete. Nell’analisi complessa l’autore riconduce la scultura originale di Rodi al culto misterico del Dioniso tebano con il suo seguito di Menadi e Tiadi. La sua sistemazione romana nell’Atrium Libertatis di Asinio Pollione prima e nelle terme di Caracalla poi doveva invece illustrare i complessi legami mitologici passati cui si intrecciava la storia recente di Roma e il suo dominio politico in Asia. Alla pari del gruppo del Laocoonte o delle sculture di Sperlonga anche il gruppo di Dirce è esemplare riutilizzazione del mito greco da parte della nobiltà romana per illustrare la propria storia.

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