Author: Corso, Antonio
Year: 2012 XLI
Pages: 91
Title: Heius di Messana e le statue del suo sacello
Content:

L'autore ci presenta la ricostruzione filologico-archeologica delle statue di illustri maestri greci di età classica possedute da Heius di Messana prima di essere confiscate da Verre nel 73 a.C. Secondo Cicerone, che è la fonte di partenza, Heius aveva a Messina una cappella annessa alla sua domus con cinque statue antiche già possedute dai suoi antenati: uno xoanon di Fortuna, un Eracle in bronzo di Mirone, due Canefore di Policleto e un Eros in marmo di Prassitele. Si trattava di opere importantissime che erano il lustro di tutta la città e che – come si fa oggi con le mostre – venivano anche prestate per essere esposte altrove (è testimoniato che un edile romano espose l’Eros di Prassitele a Roma durante la sua edilità e poi lo restituì). Poi arrivò Verre: Costui costrinse Heius a vendergliele a basso prezzo e se le portò via, mettendo l’Eros nella sua villa di Roma.

L’analisi del Corso ci propone una rilettura delle fonti e ricostruisce gli originali come opere create dai rispettivi maestri per dei committenti occidentali, probabilmente di Messina, luogo dove quindi si dovevano trovare sin dalle loro origini. Gaius Heius, noto anche da iscrizioni di Delo, viene ricostruito dal Corso come cittadino greco, cultore delle belle arti – tra l’altro nel suo prezioso sacello – e in opposizione alla rozza comunità mamertina, insediatasi da fuori e l’unica che sosteneva Verre. Il suo sacello era – come lo descrive anche Cicerone – “antichissimo” e non fu composto solo da acquisti sul mercato antiquario di età ellenistica.

 

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