Nella monumentale basilica di Sant'Antonio a Padova si trova, di fronte alla porta settentrionale, la cosiddetta «acquasantiera di Santa Giustina», datata al 1513 e attribuita agli scultori Giovanni Minello e Francesco Cola. Essa è sormontata da una pregevole statuetta di marmo raffigurante una figura femminile identificata finora, per l'appunto, con Santa Giustina. Il contributo rimette in questione quest'attribuzione, analizzando con grande precisione le fonti d'archivio e le opinioni dei diversi studiosi al fine di comprendere il processo di genesi della statua, per la paternità della quale si nominano nelle fonti continuamente gli scultori Zorzi, cosiddetto Pirgolete e Agostino Zoppo. L'autore si occupa inoltre di tracciare il percorso della statuetta negli anni, peraltro piuttosto complesso e caratterizzato da incoerenti informazioni archivistiche di non facile interpretazione. Ne risulta una nuova lettura «classica» della statuetta di «santa Giustina» secondo la quale la figura di marmo pario rappresenterebbe una Musa, probabilmente Calliope, databile alla prima età antonina: una folgorante proposta che rinnova cinque secoli di ricerca.