Author: Dalmas. Louise
Year: 2007 XXXVI
Pages: 287
Title: La rappresentazione di Giona nel complesso cultuale di Teodoro ad Aquileia: nuove ipotesi
Content:

Entriamo adesso in età tardo-antica con un contributo di un’altra giovane ricercatrice ticinese attiva a Friborgo, Louise Dalmas, dedicato alla figura di Giona nel complesso cultuale del vescovo Teodoro ad Aquileia. La città conserva alcuni dei mosaici pavimentali più significativi dell’antichità, tra i quali quelli venuti alla luce nella basilica della Vergine e appartenuti ad uno dei primi edifici di culto cristiani eretti dopo l’editto di Costantino del 313 d.C.  Il mosaico in questione (figg. 2ss.) misura 750 m2 ed è il più vasto della parte occidentale dell’Impero: nella sua quarta campata, un tappeto unico e rettangolare illustra il mito di Giona in tre dei suoi episodi principali inseriti in un paesaggio marittimo con amorini pescatori (figg.4-7). Dapprima, Giona viene gettato in mare e inghiottito da un mostro, poi – vero miracolo di fede – il mostro rigetta dalle sue fauci su una riva il fortunato Giona, che, infine, ritroviamo beatamente disteso a riposarsi sotto un pergolato. L’autrice analizza in dettaglio questa allegoria biblica, già conosciuta in singoli episodi da contesto funerario (nelle catacombe e su sarcofagi), ma ancora in fase di sviluppo iconografico con scene non ancora canonizzate, lungi da formare un ciclo e con motivi e gesti ripresi direttamente dal repertorio pagano. Se in contesti funerari il mito di Giona  dava speranza di salvezza dopo la morte e illustrava la vita serena dell’aldilà, la sua presenza in una chiesa suggerisce significati diversi: inserito in una scena di tragedia marittima è modello del giusto salvato da Dio, di preghiera esaudita e, infine, di evocazione della vittoria di Cristo sulla morte.

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