David Martinez Chico pubblica un semisse d’epoca repubblicana, rinvenuto probabilmente in Andalusia. Il pezzo è di particolare interesse storico perchè fu coniato su una moneta cartaginese, come si nota dalle evidenti tracce della prima battitura, cioè un cavallo e rispettivamente l’effige della dea Tanit – i tipici motivi della monetazione punica.

Per quanto raro, il fenomeno della riconiazione di monete straniere è ben attestato presso i Cartaginesi, ma non si hanno notizie di pratiche simili da parte di Roma. Pur non scartando la possibilità che nel caso del semisse in questione si tratti di un’imitazione ispanica, l’autore prende in considerazione maggiore l‘ipotesi di un conio ufficiale. Il contesto storico della seconda guerra punica, periodo in cui la moneta fu ribattuta, era caratterizzato da generale mancanza di liquidità, e potrebbe aver favorito il ricorso alla pratica poco ortodossa della riconiazione – sia a livello locale che da parte dello stesso esercito Romano, col tacito consenso dell’amministrazione centrale.

Tra gli argomenti a favore della nuova ipotesi c’è anche il carattere per così dire “pratico” della moneta in bronzo, più adatta alla circolazione che alla tesaurizzazione, nonché la parentela metrologica tra semisse e mezzo siclo che rendevano superflua una fusione per ricavarne metallo per battere moneta propria: nel contesto degli scambi quotidiani di dettaglio e in una situazione d’emergenza bellica le differenze minime di peso erano senz’altro trascurabili e rendono quest’ipotesi ben plausibile.